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Redazione 3 Febbraio 2025 0 Comments

Benvenuti sul blog dello Studio La Porta “Dottori Commercialisti e Revisori Legali”. In questo articolo approfondiremo tutto ciò che c’è da sapere sul fisco e sulle tasse, fornendo una guida completa per orientarsi nel complesso mondo della fiscalità.

Buoni Pasto in Italia 2025: Vantaggi, Novità Normative ed Esempi Pratici

I buoni pasto sono uno dei benefit aziendali più diffusi e apprezzati in Italia, rappresentando una soluzione pratica ed efficace per migliorare il benessere dei dipendenti e ottimizzare la gestione fiscale delle imprese. Nel 2025, il loro utilizzo si conferma centrale nel panorama del welfare aziendale, grazie anche alle recenti evoluzioni normative che ne hanno ridefinito alcuni aspetti chiave, rendendoli ancora più vantaggiosi e accessibili.

Cosa sono i buoni pasto e perché sono importanti?

I buoni pasto sono voucher, disponibili in formato cartaceo o elettronico, che le aziende forniscono ai propri dipendenti per coprire le spese alimentari durante la giornata lavorativa. Possono essere utilizzati in una vasta rete di esercizi convenzionati, tra cui ristoranti, bar, supermercati e gastronomie. Questo strumento non solo favorisce una migliore qualità della vita lavorativa, ma rappresenta anche un incentivo economico esentasse per i dipendenti.

Caratteristiche principali

  • Valore giornaliero: Nel 2025, il limite massimo esentasse è fissato a 8 euro per i buoni pasto elettronici e a 4 euro per quelli cartacei.
  • Utilizzo cumulativo: È possibile utilizzare fino a 8 buoni pasto per singola transazione presso gli esercizi convenzionati.
  • Flessibilità: I buoni pasto sono validi sia per i lavoratori in sede sia per quelli in smart working, a condizione che rispettino le condizioni di pausa pranzo previste dalla normativa.

Perché le aziende li scelgono?

I buoni pasto offrono vantaggi significativi anche alle imprese:
  • Sono deducibili al 100% dal reddito d’impresa.
  • L’IVA applicata ai buoni pasto è agevolata al 4%, riducendo ulteriormente i costi.
  • Rappresentano uno strumento di fidelizzazione e motivazione dei dipendenti.

Novità normative del 2025

Nel 2025, alcune modifiche legislative hanno reso l’utilizzo dei buoni pasto più equo e sostenibile:
  1. Riduzione delle commissioni agli esercenti:
    A partire da gennaio 2025, le commissioni applicate dalle società emittenti agli esercizi commerciali non possono superare il 5% del valore nominale del buono. Questa misura mira a tutelare i commercianti, che spesso lamentavano margini troppo ridotti a causa delle alte commissioni.
  2. Estensione ai lavoratori in smart working:
    L’INPS ha chiarito che i lavoratori in modalità agile (smart working) hanno diritto ai buoni pasto se rispettano una giornata lavorativa convenzionale di almeno sei ore con una pausa minima di 30 minuti. Questo riconoscimento rappresenta un passo importante verso l’equità tra lavoratori in sede e da remoto.
  3. Maggiore trasparenza nei contratti:
    Dal settembre 2025, tutti i contratti tra aziende emittenti e esercenti dovranno rispettare nuovi standard di trasparenza sui costi e sulle condizioni di utilizzo.
  • Valore massimo esentasse:
    • Per i buoni pasto elettronici, il limite di esenzione fiscale è di 8 euro al giorno.
    • Per i buoni pasto cartacei, il limite è di 4 euro al giorno.
      L’esempio utilizza i buoni pasto elettronici, quindi il calcolo con 8 euro è corretto.
  • Numero di buoni pasto mensili:
    Nell’esempio si ipotizza che il dipendente riceva 20 buoni pasto al mese, considerando che non tutti i giorni lavorativi prevedono necessariamente l’erogazione del buono (ad esempio, in caso di ferie o assenze). Questo è realistico, ma potrebbe variare a seconda delle politiche aziendali.
  • Esenzione fiscale per il dipendente:
    I buoni pasto elettronici fino a 8 euro al giorno non concorrono alla formazione del reddito imponibile del dipendente, quindi il calcolo del risparmio fiscale annuale (1920 euro) è corretto.
  • Deduzione per l’azienda:
    Il costo dei buoni pasto è completamente deducibile per l’azienda e l’IVA applicata (4%) è detraibile. Anche questo aspetto è ben rappresentato nell’esempio.
  • Commissioni agli esercenti:
    L’esempio considera una commissione del 5%, che corrisponde al nuovo limite imposto dalla normativa del 2025. Questo calcolo (8 euro mensili per dipendente) è corretto e riflette la nuova regolamentazione.

Esempio pratico numerico

Per comprendere meglio l’impatto dei buoni pasto, analizziamo un caso concreto: Un’azienda fornisce a ciascun dipendente 20 buoni pasto elettronici al mese, ciascuno del valore massimo esentasse di 8 euro. Supponiamo un mese con 22 giorni lavorativi.

Calcoli:

  1. Valore totale mensile dei buoni pasto: 8  ×20=160  
  2. Risparmio fiscale annuale per il dipendente (esente da tasse): 160  ×12=1920  
  3. Costo totale per l’azienda (deducibile):
    Supponendo che l’azienda abbia 50 dipendenti: 160  ×50=8000  al meseQuesto importo è interamente deducibile dal reddito d’impresa.
  4. Commissione mensile per gli esercenti (5%):
    Per ogni dipendente: 160  ×0.05=8   Per tutti i dipendenti: 8  ×50=400  al mese
In questo scenario:
  • Il dipendente beneficia di un’integrazione al reddito esentasse pari a circa 1920 euro l’anno.
  • L’azienda ottimizza la propria fiscalità deducendo interamente il costo dei buoni.
  • Gli esercenti subiscono un impatto economico contenuto grazie al limite del 5% sulle commissioni.

Vantaggi complessivi dei buoni pasto

Per i dipendenti:

  • Incrementano il potere d’acquisto senza incidere sul reddito imponibile.
  • Offrono flessibilità nell’utilizzo presso numerosi punti vendita.
  • Sono un benefit tangibile che migliora la qualità della vita quotidiana.

Per le aziende:

  • Rappresentano uno strumento efficace di welfare aziendale.
  • Aiutano a trattenere talenti e migliorare la soddisfazione dei lavoratori.
  • Consentono un’ottimizzazione fiscale significativa.

Per gli esercenti:

  • Favoriscono l’aumento della clientela grazie alla rete convenzionata.
  • Contribuiscono a incrementare il volume delle vendite medie giornaliere.

Conclusione

Nel contesto del welfare aziendale italiano del 2025, i buoni pasto si confermano uno strumento essenziale per promuovere il benessere dei lavoratori e sostenere la competitività delle imprese. Le recenti modifiche normative hanno migliorato l’equilibrio tra tutti gli attori coinvolti – aziende, dipendenti ed esercenti – rendendo questo benefit ancora più trasparente ed equo. In un mercato sempre più orientato alla sostenibilità e all’inclusione, i buoni pasto rappresentano una soluzione concreta e vantaggiosa per affrontare le sfide del mondo del lavoro moderno.

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